di Lorenzo Parolin[S3/61]
Nonostante la democrazia sia in grande auge e le classi povere e lavoratrici possano formare grandi maggioranze, e quindi potenzialmente farsi rispettare, dobbiamo constatare che un manipolo di grandi ricchi e una minoranza composta di politici, di imprenditori e di profittatori riescono ugualmente a dominarle e a schiavizzarle. Evidentemente, la qualità dell’egoismo di quei pochi altolocati è in grado di sopraffare l’egoismo della restante maggioranza disgregando e disperdendo in mille rivoli anonimi le sue pulsioni. In un’epoca in cui tutti vogliono massimizzare i propri profitti personali a scapito degli altri, cioè ottenere più di quanto si meritano, solo una parte (la più forte e la più astuta), riesce a spuntarla; la parte rimanente, invece, nonostante la sua forte indole predatoria, è costretta a subire, perché soverchiata dai predoni dominanti. Detto brutalmente, lo Stato fondato su basi egoistiche è lo strumento mediante cui un insieme di soggetti senza scrupoli si arricchisce a spese del resto della popolazione, e per raggiungere questo scopo non esita ad usare la forza, la propaganda ideologica, l’ingannevole pubblicità commerciale, il segreto di stato, la disinformazione, l’informazione truccata, la minaccia di punizioni, la promessa di futuri benefici, la distrazione dalle cose importanti, l’invasione dell’etere con programmi soporiferi, l’acquisto del consenso elettorale, la gestione di dipendenze (alcool, droga, fumo, prostituzione), il ricorso al nazionalismo, al solidarismo, ai sentimenti religiosi, alla razza, alla patria, al dovere, al favoritismo, all’illegalità, ai privilegi, ai monopòli, agli appalti truccati, alle esenzioni fiscali, ai posti di lavoro inutili, ai finanziamenti improduttivi ecc., il tutto finalizzato ad ottenere il consenso e la collaborazione della gente: un capolavoro di violenza psicologica, un piano di dominio diabolico. Appare ora chiaro che non c’è da attendersi moralità e giustizia in chi sta in alto, ed è da sciocchi confidare nella presenza ai vertici delle istituzioni di figure paterne, materne o parentali genuinamente volte al bene comune e alla tutela della legge. Al contrario, i potenti e gli intermedi sono dei rapaci che, intercettati i bisogni che tutti hanno di lavorare e di fruire di numerosi servizi sociali glieli offrono in regime di monopolio, caricati subdolamente di tasse, tariffe, tributi e interessi esagerati, ed usano il ricavato per fare la bella vita lasciando agli sfruttati a malapena il minimo per vivere. Ecco l’amara verità: lo Stato, strutturato secondo il modello dell’egoismo dilagante, non è a servizio del popolo, come tutti credono, è piuttosto il popolo, violentato psicologicamente, ad essere a servizio dello Stato e dei grandi burattinai. Se i deboli fossero meno egoisti, e di conseguenza meno sciocchi, non si lascerebbero dominare, anzi, smaschererebbero gli imbrogli, rendendo inutilizzabili le astuzie dei manovratori. Il politico sa che la democrazia è un’illusione; il giudice sa che la legalità è una illusione; l’economista sa che il libero mercato è una illusione; tuttavia, sapendo tutti e tre che il loro prestigio e il loro potere si basano sul mantenimento di quelle illusioni, continuano immoralmente a recitare la loro parte. La gente depredata si arrabbia contro il Sistema, perché crede ancora di essere uno dei soggetti del patto sociale, invece, il patto è stretto tra i poteri forti e le classi dirigenti, e riguarda il metodo da adottare per spennare i polli senza che gridino troppo. La gente dunque è solo l’oggetto del contendere, il mezzo usato dal Sistema per mantenersi senza lavorare, altro che soggetto! Lo vuol capire il popolo una buona volta!? Lo scopo principale dell’esistenza dello Stato è la tosatura della massima quantità di lana e la mungitura della massima quantità di latte dalle pecore, senza che queste si lagnino troppo. Se qualche servizio viene loro reso è solo in vista di una loro miglior resa. [rif. www.lorenzoparolin.it S3/61]